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Volume 8 (2002) No. 1

Jeffrey Kurtzman and Linda Maria Koldau

Trombe, Trombe d'argento, Trombe squarciate, Tromboni, and Pifferi in Venetian Processions and Ceremonies of the Sixteenth and Seventeenth Centuries

Document 1: Marco Ginammi, La Liberatione di Venetia (Venice, 1631). Museo Correr Post. G24/II. Transcribed in full with the kind permission of the Biblioteca Correr.1

Marco Ginammi, La Liberatione di Venetia.  All'Illustriss. Sign. Sig. mio Osservandiss. Il Sig. Marc'Antonio Padavino, Residente Veneto a Napoli.  Con Licenza de' Superiori. [Image of pope, ecclesiastics, and secular princes worshipping at the throne of the Madonna and Child] In Venetia, MDCXXXI.  In Barbaria dalle Tavole, Appresso Gio. Battista Conzato.

Illustriss. Sig. Sig. mio Osservandiss.

Credo, che le voci della fama haveranno portato costà à V.S. Illustr. Il grido de gli applausi fatti dalla pietà di questo Senato il giorno della Presentatione della B.V.  Ma essendo i suoi rapporti alterati, e minuiti dalla passione, e dal capriccio, hò preso risolutione di appagare il gusto della sua curiosità con un distinto racconto di tutti quei particolari, che io hò potuto osservare degni della sua notitia.

Sappia dunque V.S. Illustr. che mentre che la morte faceva un miserabile trionfo di cadaveri, & che per lo spatio di mesi quattro incrudeliva con feragge memorabile, non perdonando nè anco alla ritiratezza de i più saggi, nè a i rimedij dei più esperimentati, la mente religiosissima di questi Padri, gelosi della preservatione della commune conservatione, ricorse co i voti ad implorare la benignità delle gratie del Cielo, da che esperimentava vana l'esperienza dell'arte.  S'obligorono all'erettione d'una Chiesa dedicandola a Santa Maria della salute, e designorono il loco dalla parte della Doana di Mare; dove è quella della Santa Trinità, come già ne diedi ragguaglio a V.S. Illustrissima li 9. Aprile passato, mentre fu fondata la prima pietra di essa.  La misericordia di Dio inesausta nella disperatione de i suoi favori, ha voluto riconoscere co'l premio della ricuperatione della salute la divotione de i loro preghi, e l'humiltà de i loro cuori.  Onde memore la gratitudine del Senato della sua obligatione, terminato il contagio, prese Parte di publicare la liberatione della Città alli 21. Novembre 1631. (che a questo modo la peste ha durato mesi sedeci) e visitare con ogni solennità la Chiesa votiva, obligandosi ogni anno à simile visitatione.  La benignità di Dio, che voleva gradire con occhio favorevole l'espressioni divote di coloro, che si confessavano tanto obligati à gli effetti delle sue gratie, e che si lagnavano, che l'opere esterne non fossero valevoli à scoprire i desiderij del cuore, fece che giorno così memorabile fosse sereno, & illuminato da i raggi del Sole, benche fossero molti giorni prima, che non si haveva potuto godere una minima serenità, trovandosi nel rigore dell'inverno, cosa che accresce maggior veneratione al miracolo.  La Piazza era tutta addobbata.  Non vì era cosa, che non rapisse, e rendesse confusa la curiosità degli occhi.  Non si rende così ammirabile, nè cosi venerabile il Cielo per l'infinità, & per la varietà de i suoi lumi, come lei appariva quel giorno.  L'haverebbe creduta V.S. Illustrissima un Teatro per rappresentarvisi sopra le meraviglie del Mondo.  Le Colonne, i Portici, e le fenestre erano tutte arricchite di superbissimi Arazzi, Cuori d'oro, e Tapeti.  Sotto le Procuratie nuove l'Asia, e l'Assiria facevano pomposa ostentatione dei suoi piu degni lavori.  V'erano in diversi pezzi effiggiati quei miracoli, che si guadagnarono dalla antichità tutta la gloria dell'ammiratione con sì ingegnoso artificio, che accrescevano il merito a i veri.  Si vedevano i Trionfi della Pittura espressi in diversi quadri, che rapivano il cuore per gli occhi.  Sembravano persone vive, che tacessero ammirando però apparato così degno.  Tutti i volti erano ornate di festoni con vaghissima fattura.  A mezza a' detti Portici v'era il Tribunale adornato, e pomposo de i Signori sopra Proveditori, e Proveditori alla Sanità.  Pendevano al di fuori appoggiate alle Cornici le insegne delle loro case, tutte adornate di degnissimi lavori.  Nel mezzo di queste armi sorgeva un vaghissimo Quadro; che era brazza undeci di altezza, e nove & una quarta di larghezza, vi si scorgeva nel Cielo la Beata Vergine, appoggiata sopra la nuova Chiesa, supplicata dal canto destro da San Marco, & dal Beato Lorenzo Giustiniano, & dall'altro da San Rocco, e San Sebastaino.  Si vedevano supplici, e genuflessi, implorate soccorso alle communi infelicità del contagio.  Si osservavano con gli atti riverenti, e co' voti guadagnare pietà, e misericordia per maggiormente impetrare le gratie dalla Vergine, mostravano le miserie della Città espresse nell'infima parte del Quadro.  Vedevasi altri cadere languendo senza un minimo sollevo di consolatione, ò d'aiuto degli amici, o de i parenti.  Altri nelle braccia de i suoi piu cari esalavano gli ultimi spiriti della vita, forse con maggior sentimento per la certezza del loro pericolo.  Altri con sommessi preghi, ò piu tosto con mesti singulti imploravano gli aiuti dell'arte.  Altri inanimiti da gli horrori della morte incrudelivano contro se stessi per non morire.  Altri ad esperta mano facevano mostra miserabile di mortifere piaghe.  Miravasi finalmente terrore, squallore, miserie da impietosire l'inhumanità di quegli occhi incapaci d'humanità.  In somma potevasi dire, che qui fossero visibili le publiche calamità, & che qui fosse espressa la commune afflittione.  Tutto ingegnioso artificio del penello del S. Bernardino Prudenti, che (con stupore di chi lo sà), di commisione de' Signori alla Salute lo perfettionò in quattro giorni.  La brevità dello stesso tempo servì per tutti gli altri apparati.  Era tutta la strada, che principia dal capo della piazza fino in capo alla strada di Ca Giustiniano à S. Moise da un canto, e dall'altro arricchita di superbissimi Arazzi.  Dalla porta grande di San Marco, per dove usciva la Processione, vi erano le antenelle, e di sopra distesi li soliti panni bianchi, che terminavano fino all'altro capo del ponte.  All'uscita della Piazza vi era un bellissimo Portone con festoni, e Pitture di estraordinaria vaghezza.  Ve n'era un'altro a San Moise, e uno all'entrare della suddetta strada.  Tre ve n'erano sopra il Ponte, uno in mezzo, e due dai capi tutti eretti con bellissimo ordine.  Il Ponte era appoggiato sopra una quantità di burchi, nel mezzo v'era il volto capacissimo per il transito delle barche.  Era bipartito con giuditioso disegno, onde in un medesimo tempo, senza incommodo, e senza calca andavano, e venivano le genti.  Della Chiesa votata appena se ne veggono i principij, onde è cosa maravigliosa, che in soli quattro giorni ne habbino formata una di tavole assai capace, senza che si veggano i precipitij delle case rovinate, senza che appariscano nè rovine, nè pavimenti mal compresi.  Haveva detta Chiesa nella facciata tre porte, v'erano le sedie per il Serenissimo Prencipe, & per altri Senatori.  Le ricchezze, gli addobbi, e i lumi, che l'adornavano di dentro erano d'infinito prezzo.  Si vedeva sopra un'Altare eminente l'imagine della Beata Vergine, sotto i cui piedi era il modello della Chiesa, che si deve fabricare.  A hora di Terza calò sua Serenità in Chiesa di San Marco, con Stendardi, Trombe, Sedia, & altri adornamenti, che si usano nelle festi più solenni, e ne i giorni più memorabili.  Nello stesso tempo i Signori Sopra Proveditori, e Proveditori alla Sanità, che sedevano nella Piazza, fecero, che un Comandatore sopra un pergoletto fabricato per questo effetto, publicamente dicesse le seguenti parole.  Il Serenissimo Prencipe fa sapere, & è di ordine dell'Eccellentissimo Magistrato della Sanità, che ritrovandosi per gratia del Signore Iddio, & per intercessione della gloriossissima Verg. S. Maria della Salute la Città di Venetia ridotta nel primo stato di salute, si publica libera da Contagio.  Le quali voci furono accompagnate da un lietissimo grido di Popolo suonando le campane, sbarandosi un'infinità di coette, [codette = rifles], e d'altri fuochi artificiali, roccandosi le trombe, [not the Doge's trumpets mentioned above] e tamburi con fragore, e strepito cosi grande, che pareva cadesse il Cielo, ò che si profandasse il Mondo.  Di poi si levorono incaminandosi in San Marco, ove sederono nel Coro, al loco apparecchiatogli, dirimpetto all'Illust. & Reverendiss. Primicerio.  Quivi si cantò una solennissima Messa, facendo il Sig. Claudio Monteverde Maestro di Capella gloria del nostro secolo, alla Gloria, & al Credo unire il canto con le trombe squarciate, con isquisita, & maravigliosa armonia.  Terminata la messa, li Signori sopra Proveditori, & Proveditori alla Salute ritornorono nella Piazza, e s'affisero al loro Tribunale.  Di subito s'incaminorono le sei scuole Grandi con ordine così regolato, con addobbi così ricchì, con maestà così grande, che l'occhio confondeva la sua virtù in osservare la quantità de i loro pregi.  La Prima ad apparire fù quella di San Rocco: fù Seconda la Carità: Terza San Marco: Quarta la Misericordia: Quinta quella di San Teodoro: l'ultima fù San Giovanni, & tutte con tanta copia di argenti, & con tanti lumi, che rappresentavano un maraviglioso apparato del loro splendore.  Seguirono poi li Frati di più Ordini raccolti sotto 21 stendardo.  Li Padri Tolentini, ò Teatini, che non erano soliti intervenire à publica processione vennero ornato con Piviali, e reliquie in mano essendo interzati due Padri, e due Chierici con candellieri d'argento, con candele accese caminando con grandissima diviotione.  Seguivano S. Domenico: S. Francesco di Paola: S. Sebastiano: S. Maria di Gratia: Crociferi: Serviti: Carmeni: S. Stefano: Capuccini: Conventuali, Osservanti che in mezzo havevano li Padri del loro ordine Rifformati: S. Gio. & Paulo: Gesuati: S. Salvatore: S. Michiele: S. Giorgio: i Padri di San Spirito, ancor loro non soliti ad entrare in processione: la Carità: & S. Maria dall'horto: la maggior parte delli sudetti con Piviali, con reliquie in mano, ò candelle accese, solari d'Argenterie, & altri misterij con le scole delle loro Chiese concorrendo uno à gara dell'altro di comparire più pomposi, e divoti.

Dopò vennero tutti gli Sacerdoti, e Canonici raccolti sotto 11.stendardi, con infinite reliquie, ornati di manti d'oro, e di perle che stancavano con le loro maraviglie i desiderij dell'istessa curiosità.  Seguiva il Seminario, dopò 12 Tamburini vestiti à livrea di raso giallo, e sbare rosse, e gialle, con 12.Trombetti dell'istessa divisa: Venivano poi li Musici di Capella, cantando con soave melodia le Letanie, seguiti da 12. torzi, dalli ministri della Sanità, da una parte de Canonici, doppo l'Imagine della B.V. dipinta da S. Luca; onde quando fù vicina al Tribunale della Salute, li Signori sopra Proveditori, & Proveditori si levorono pigliando le mazze del Baldachino, che la copriva accompagnandola dietro altri 12. Torzi con il rimanente de i Canonici, & l'Illustr. & Reverendis. Monsignor Marc'Antonio Cornaro Primicerio con l'habito Episcopale.  Hebbe qui fine il Clero.  Comparvero poscia 11.stendardi, li Comandatori, Trombe, Scudieri, li Giovani di Cancelleria vestiti di Paonazzo per ordine publico, li Secretarij, l'Illustr. Signor Gio. Battista Padavino Cancelliero Grande, & Padre di V. Sig. Illustr.  Il Sereniss. Francesco Erizzo Duce accompagnato dal Ambasciatore di Francia, dal Senato tutto vestito di Porpora, e da un numero infinito di Gentil'huomini, che con pia divotione intervennero in questa solennità.  Giunti alla Chiesa, si cantò il Te Deum, poi sua Serenità ritornò alla Chiesa di S. Marco, & si terminò la Ceremonia.  Mi creda V. Sign. Illustr. che se non havessi veduto io medesimo il contagio in Venetia, e serrate quasi tutte le botteghe, abbandonato il Palazzo, tralasciati i negotij, vuote le strade, crederei, che non solamente non fosse morta, ma dupplicata la gente: vi fù tanta frequenza di popolo, e calca cosi grande, che non capivano in cosi spatioso campo, nè sopra un'infinità di fenestre, oltre il gran numero di solari, e gondole, di che era innumerabile il racconto.  Il Magistrato di Sanità hebbe il carico d'apprestare tutte le cose, e di ordinare tutti gli apparati, eccetto la Chiesa, & il Ponte, quella commessa alli Procuratori della Chiesa di S. Marco, questo à i Signori dell'Arsenale.  Questo è il vero ragguaglio, che le invio della Pietà di questi Padri, che con divota gratitudine hanno voluto riconoscere i favori delle gratie divine.  Supplico V. Sig. Illustr. à gradire ne i presenti avvisi i desiderij della mia osservanza, mentre io augurandole il colmo di ogni perfetta felicità le bacio riverentemente le mani.

Post scritta me è capitato un racconto della publica munificenza con altri particolari degni della sua notitia, quali gli invio, racordandomele di nuovo servitore divotissimo.

Sopra Proveditori, e Proveditori alla Sanità che sotto gli loro auspicij fù
liberata la Città, & terminato il Contaggio.

L'Illustr. & Eccel. Sig. Almoro Nani, fù dell'Illustr. & Eccel. Sig. Zorzi.
L'Illustr. & Eccellentiss. Signor Geronimo Soranzo Cavalier, & Procurator, fù dell'Illustr. & Eccell. Sig.
Giovanni Cavalier, & Procurator, il quale era sopra Proveditor nel contagio 1576.
L'Illustr. & Eccellentiss. Sig. Alvise Renier, fù dell'Illustr. & Eccellentiss. Sig. Giacomo il Procurator.

L'Illustrissimi Signori Proveditori

L'Illustr. Sig. Geronimo Michiel fù dell'Illustr. Sig. Francesco.
L'Illustr. Sig. Bernardo Marcello fù dell'Illustr. Sig. Andrea.
L'Illustr. Sig. Lunardo Contarini fù dell'Illustr. Sig. Benetto.

Eletti sopra l'edificatione della nuova Chiesa di Santa Maria della Salute li 26. Ottob. 1630.

L'Illustr. & Eccellentiss. Sig. Simon Contarini Cavalier e Procurator.
L'Illustr. & Eccellentiss. Sig. Geronimo Soranzo Cavalier e Procurator.
L'Illustr. & Eccellentiss. Sig. Marco da Molin.

1631.26.Aprile.
Due aggionti alla sopradetta fabrica.

L'Illustr. & Eccellentiss. Sig. Geronimo Corner Cavalier e Procurator.
L'Illustr. & Eccellentiss. Sig. Polo Moresini fù dell'Illustr. Sig. Giacomo.

Fù fatto voto anco dall'Eccellentiss. Senato di fare una lampada d'oro per la Santa Casa di Loreto di valore di ducati Seimilla di buona moneta, & il giorno della Liberatione fù per decreto del Senato consegnato ducati tre milla di buona moneta alli Parochiani della Città, per il Magistrato della Sanità, per dispensare alli poveri delle loro Parochie con intervento delli Procuratori delle loro Chiese.

Et più ducati 600, pure di buona moneta alli hospital, Pietà, Incurabili, S. Gio. Paolo, Mendicanti, Monache Convertide, Santa Maria Maggiore, Santa Croce di Venetia, Madona de i Miracoli, S. Gio. Laterano, Capuccine, & altri luochi pij.

Oltre il gran profluvio d'oro speso nel tempo del cantagio nel soccorere li poveri infermi, & mendichi nella Città, & spese nelli lazaretti salarij in medici, & altro, che tal mese ascendeva alla suma di duc. 80 milla.

Di Venetia li 29. Novembre 1631.

            D.V.S. Illustr.

                                                Humilliss. & Obligatiss. Serv.

                                                                                                Marco Ginammi.

PRO TEMPLO

BEATISSIMAE VIRGINIS MARIAE

DE SALVTE;

QVOD EX VOTO SERENISSIMÆ REIPVBLICÆ

in Inclyta Venetiarum Ciuitate construitur.

B. MARIÆ DE SALVTE.

ANAGRAMMA.

Vtile ad mare beas.

Ad maria adductus, non hæc, tuum at intro, Maria,
Quo solando
beas, vtile nosce, mare.

 Antonius de Episcopis Clericus

& Ciuis Venetus.

21. Nouembris 1631.


AD LIBELLVM

Magnifici, ac diligentis Viri D. Marci Ginammi Typographi

Venetiarum.

MARCO GINAMMO.

ANAGRAMMA.

I Normam cogam.

I.  Cupiunt oculi sacros iam cernere ritus;

Quos Marci memoras arte, Libelle, pia.

Ritè tenes normam Venetorum; gratia quandò

Dicitur, extincta peste, iubente Deo.

I. cogam populos manibus te quellere.  Cuncti

Te expectant, toto pectore lectus eris.

Antonius de Episcopis Clericus,

& Ciuis Venetus.

21. Nouembris 1631.

Reference

1. "V" and "u" have been modernized in the transcription except for the final page of anagrams dedicated to the Virgin, which is transcribed diplomatically.

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