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Note al testo

[*]Paolo Fabbri (paolo.fabbri@unife.it) is a professor of music history at Ferrara University and music coordinator in the Istituto di Studi Rinascimentali (Ferrara). From 1992 to 2001 he represented Italy on the Executive Committee of the International Musicological Society. A member of the Editorial Board for the critical edition of Rossini’s operas, from 1994 to 1998 he was also vice-director of the Rossini Foundation in Pesaro. He serves as academic director of the Fondazione Donizetti in Bergamo and president of the National Edition of the Operas of Gaetano Donizetti. He is a member of the academic committees for the critical opera omnia editions of Vincenzo Bellini and Andrea Gabrieli as well as of the European project “Opera” (Bärenreiter). He has served on the editorial boards of numerous scholarly journals, including Musicalia. Annuario internazionale di studi musicologici, which he founded in 2004. He is the recipient of numerous honors: in 1989 he was awarded the Dent Medal by the Royal Musical Association, in 2001 he was named an honorary member of the American Musicological Society, and in 2015 he received the Glarean Award from the Société Suisse de Musicologie.

[1] Si vedano: Nino Pirrotta, I cori per l’«Edipo tiranno», in Andrea Gabrieli e il suo tempo. Atti del convegno internazionale (Venezia 16–18 settembre 1985), a cura di Francesco Degrada, Firenze, Olschki 1987, pp. 273–292: 278; Paolo Fabbri, Tragedia e musica nell’Italia del Cinquecento, in Nascita della tragedia di poesia nei paesi europei (Vicenza, 17–20 maggio 1990), a cura di Myriam Chiabò e Federico Doglio, Roma, Centro Studi sul teatro medievale e rinascimentale 1991, pp. 197–205; Paolo Fabbri, Musica moderna per un genere antico: la tragedia in scena nel Cinquecento, «Dioniso. Annali della Fondazione Istituto Nazionale del Dramma Antico» 2, 2003, pp. 106–111.

[2] Se ne veda anche l’edizione critica, a cura dello stesso Nino Pirrotta nell’Edizione nazionale delle opere di Andrea Gabrieli, 12, Milano, Ricordi 1995.

[3] Su tale aspetto cfr. Fabbri, Tragedia e musica cit., e Fabbri, Musica moderna cit. Dei Chori di Gabrieli, in questa prospettiva avevano già scritto Pirrotta, I cori per l’«Edipo tiranno», cit., e La représentation d’Edipo tiranno au teatro Olimpico (Vicence 1585), a cura di Leo Schrade, Paris, Éditions du Centre National de la Recherche Scientifique 1960.

[4] Paolo Fabbri, Monteverdi, Torino, EDT/Musica, 1985, pp. 107–108.

[5] Cfr. Paolo Fabbri, Introduzione, in Il madrigale tra Cinque e Seicento, a cura di Paolo Fabbri  Bologna, Il Mulino 1988, p. 24.

[6] Rimasto all’epoca manoscritto, il Trattato fu edito nel secolo seguente insieme con altre opere di Doni (De’ trattati di musica di Gio. Battista Doni patrizio fiorentino tomo secondo, a cura di Anton Francesco Gori, Firenze, Stamperia Imperiale, 1763). Il passo citato si trova alle pp. 90–91.

[7] Ne parlavano già Hans Ferdinand Redlich, Claudio Monteverdi. Ein formengeschichtlicher Versuch. I. Das Madrigalwerk, Berlin, Adler, 1932, pp. 106 e sgg.; e Leo Schrade, Monteverdi: Creator of modern Music, New York: W. W. Norton, 1950, p. 215.

[8] Fabbri, Monteverdi cit., p. 57.

[9] Cfr. Fabbri, Monteverdi cit., pp. 51–54. E poi Reinhard Müller, Der Stile recitativo in Claudio Monteverdis Orfeo. Dramatischer Gesang und Instrumentalsatz, Tutzing, Hans Schneider, 1984, p. 108: sulle dissonanze cfr. anche ibid., pp. 111 e segg.

[10] Cfr. Paolo Fabbri, Angelo Pompilio, and Antonio Vassalli, Frescobaldi e le raccolte con composizioni a voce sola del primo Seicento, in Girolamo Frescobaldi nel IV centenario della nascita, a cura di Sergio Durante e Dinko Fabris, Firenze, Olschki, 1986, pp. 233–260: 251–252.

[11] Il fenomeno è illustrato in Paolo Fabbri, Istituti metrici e formali, in Teoria e tecniche, immagini e fantasmi, a cura di Lorenzo Bianconi e Giorgio Pestelli, Torino, EDT/Musica, 1988 (Storia dell’opera italiana, 6), pp. 165–233: 168–171; e poi in Fabbri, Metro e canto nell’opera italiana, Torino, EDT, 2007, pp. 10–14. Un’applicazione ulteriore si può leggere in Fabbri, Parler et jouer en musique: une pratique à la recherche de fondements théoriques, in La naissance de l’opéra. Euridice 1600–2000, a cura diFrançoise Decroisette, Françoise Graziani, e Joël Heuillon, Paris, L’Harmattan, 2001, pp. 203–230.

[12] Lo segnalava già Gary Tomlinson, Madrigal, Monody, and Monteverdi’s ‘via naturale all’immitatione’, «Journal of the American Musicological Society», XXXIV, 1981, pp. 60–108: 67-69. Anche la progressione viene segnalata come efficace espediente intensificativo comune a madrigali e ad Orfeo; ibid., pp. 78–79.

[13] Con || si segnalano le cadenze all’unisono o all’ottava, con | quelle con la voce alla quinta (o eventualmente alla terza).

[14] La numerazione dei versi fa riferimento all’edizione del libretto di Striggio leggibile in Libretti d’opera italiani dal Seicento al Novecento, a cura di Giovanna Gronda e Paolo Fabbri, Milano, Mondadori, 1997, pp. 21–47.

[15] Cit. in Fabbri, Monteverdi cit., p. 51.

[16] Claudio Monteverdi: Lettere, a cura di Eva Lax, Firenze, Olschki, 1994, p. 124.

[17] A questa tripartizione Monteverdi avrebbe ispirato il trattato che meditò di scrivere (cfr. Paolo Fabbri, La parola cantata, in Claudio Monteverdi: Studi e prospettive, a cura di Paola Besutti, Teresa M. Gialdroni e Rodolfo Baroncini, Firenze, Olschki, 1998, pp. 513–523: 513).

[18] È quanto indica—a mio avviso correttamente—anche Müller, Der Stile recitativo cit., p. 44. Invece Tomlinson, Madrigal, Monody, and Monteverdi’s ‘via naturale all’immitatione’ cit., pp. 89, 95 e 107–108, spiega il termine come perfetto connubio di retorica poetica e musicale innescato da intenzioni espressive ma anche da empatia autobiografica; mentre Massimo Ossi, Divining the Oracle: Monteverdi’s Seconda Prattica, Chicago, The University of Chicago Press, 2003, passim, propende per il concetto di imitazione come mimesis naturale.

[19] The role of the singer in performing the ‘self’ in Orfeo is explored against the background of linguistic and gestural theory in Mauro Calcagno, From Madrigal to Opera: Monteverdi’s Staging of the Self, Berkeley, University of California Press, 2012. [This book was published after the completion of the present essay. Ed.]